Il lato bello del Natale? Il fatto che fa tornare bambini anche i più burberi, che fa rallentare i ritmi, che addolcisce i più duri, che incanta con giochi di luce e addobbi che ci ricordano, in ogni angolo, che è un giorno speciale, da dedicare agli affetti. C’è chi si immalinconisce, è vero, chi ricorda gli anni in cui c’erano persone care, che magari non ci sono più, e c’è chi non lo vive in modo sereno.
Le leggende natalizie sono un modo per distrarsi, un modo per viaggiare, restando seduti, immersi nella lettura di storie dolci, simpatiche e originali. Questa sezione è dedicata all’esplorazione di un mondo che ha ancora qualcosa di buono, fatato e, che non guasta mai, interessante. Ecco quindi alcune leggende natalizie da leggere magari accanto al focolare!
La leggenda del vischio
Una leggenda che ha del dolce è quella che racconta il perché venga utilizzato il vischio nel periodo natalizio e come la piantina con le bacche bianche sia nata.
La leggenda narra di un vecchio mercante, avido e avaro, che per tutta la vita aveva accumulato ricchezze su ricchezze piangendo miseria e simulando nullatenenza durante le sue compravendite. Una notte, arrivato in vecchiaia, fu colto da una spaventosa insonnia e continuava a voltarsi nel letto sino a che la sua attenzione non fu attirata da rumori che provenivano dall’esterno.
L’uomo aprì l’uscio di casa e vide una folla di uomini che si recavano verso una comune direzione. Tra questi uno si volse verso di lui chiamandolo: – Fratello! Non vuoi unirti a noi?- Qualcuno sorrideva, qualcuno tendeva la mano. Il mercante si lasciò trasportare, pensando a quanto questa povera gente fosse gentile con lui, che era stato scontroso e arrivista per tutta la sua vita. Cammina cammina giunsero alla grotta di Betlemme, e tutti entrarono a omaggiare Gesù Bambino e tutti, anche i più poveri, avevano qualcosa in dono. Il mercante allora si rese conto che lui, l’unico ricco e che avrebbe potuto portare molti doni, era a mani vuote.
Allora si gettò ai piedi del bambino e pianse, pianse chiedendo perdono, pianse spostandosi e reggendosi a un albero, finché il suo cuore non cambiò, vestendosi di bontà e dolcezza. Le sue lacrime, al mattino, divennero perle splendenti tra due foglioline: era nato così il vischio.
La leggenda delle ghirlande di Natale
Un’altra leggenda che ha delle connotazioni dolci e delicate è quella che spiega il perché dell’utilizzo delle ghirlande natalizie per addobbare gli alberi. Gli abeti, innanzitutto, si dice crescessero nell’Eden e per questo sono anch’essi il simbolo della tradizione natalizia per eccellenza.
Si dice che un giorno Gesù, dinanzi a degli abeti che dovevano essere benedetti, si accorse di un albero che cresceva nel giardino di una casa, ricoperto completamente di ragnatele spesse e fitte. Ci volle un solo attimo Gesù trasformò le ragnatele in delle fastosissime ghirlande dorate, che resero l’albero maestoso e lucente. Da allora lunghe ghirlande decorano i nostri alberi di Natale, di tutte le forme, dimensioni e materiali.
La leggenda delle palline di Natale
Le palline di Natale: in vetro, in polistirolo, in plastica, con decoupage, con pupazzetti all’interno. Chi non ha in casa scatoloni di palline che decorano gli alberi di Natale? Anche per loro c’è una leggenda antica e carina, da raccontare ai propri bimbi.
Secondo leggende antiche, che riprendono molto i credo cattolici, le palline di Natale sono il simbolo delle risa cristalline di Gesù Bambino. A Betlemme, infatti, un giocoliere si recò a fare visita al piccolo, ma non avendo nulla per omaggiarlo, decise di cimentarsi con l’arte che conosceva molto bene, quella dei giochi. Cominciò a far ruotare le palline in aria, scatenando nel Bambin Gesù tante risate alla vista delle palline rotanti. Le palline di vetro, ogni Natale, decorano i nostri abeti per ricordare quel riso purissimo e di bimbo.
La leggenda della voce degli animali
Una leggenda che fa sorridere e affascina non solo i bambini, è quella degli animali parlanti.
La leggenda vuole, infatti, che ogni anno, nella notte tra la vigilia e Natale, allo scoccare della mezzanotte ci sia una magia che si compie ripetutamente da sempre.
Tutti gli animali acquistano il dono, solo per una notte, della parola, confrontandosi tra loro sugli umani, sui loro comportamenti e commentandone azioni e discorsi. Una magia irripetibile, che però non deve essere mai e poi mai svelata dagli uomini. Si dice infatti che qualsiasi uomo in ascolto quella notte possa diventare cieco e sordo nel giro di attimi!
La leggenda del bastoncino di zucchero
I bastoncini di zucchero sono la gioia di ogni bambino, utilizzati soprattutto nel periodo natalizio, si sono diffusi pian piano da paesi come l’America e paesi anglosassoni sino ad arrivare anche in Italia. Utilizzati come decorazioni per gli alberi di Natale, con la loro tipica forma uncinata, sono in genere di colore rosso e bianco, con rivisitazioni che tendono ad alternare al rosso tonalità del rosa.
Il bastoncino di zucchero pochi sanno che riprende, secondo un’antica leggenda, la classica forma della J, iniziale del nome di Gesù Bambino in inglese (Jesus), ma c’è anche chi, rifacendosi al Vangelo, propone una interpretazione che vede il dolciume con una forma tipica di un bastone da pastore (il concetto di Gesù come guida).
I due colori rappresentano per la precisione il bianco della purezza e il rosso del sangue versato nel sacrificio di Gesù per tutti gli uomini.