Il Natale è un periodo dell’anno che scalda il cuore. È un momento in cui le famiglie si riuniscono per celebrare con gioia la nascita di Gesù Cristo a Betlemme, ma è anche un’occasione per i non credenti di riunirsi con famiglia e amici, in un’atmosfera calda e gioiosa che si ripete soltanto una volta l’anno.
A seconda delle proprie credenze e tradizioni, cristiani e ortodossi hanno due diverse visioni di questa ricorrenza, e la festeggiano in modo differente. Gli ortodossi per riunirsi intorno al cenone di Natale devono aspettare fino al 7 gennaio, ma questa non è l’unica differenza. Vediamo quali altri curiosità ci riserva il Natale ortodosso.
Natale ortodosso: quali sono le differenze con quello cattolico?
In primo luogo, la differenza tra il Natale ortodosso e quello cattolico è semplicemente una questione di date. Fino al 1918, la Russia e il mondo occidentale adottavano calendari diversi: la Russia rimase fedele al vecchio calendario giuliano indietro rispetto al moderno gregoriano di due settimane.
Nel 1918, venne adottato il calendario gregoriano in Russia, ma il clero decise di attenersi a quello giuliano. Fondamentalmente, anche gli ortodossi celebrano il Natale il 25 dicembre secondo il loro calendario della chiesa, ma a questo punto è già il 7 gennaio per il resto del mondo.
Altro aspetto che fa la differenza per molti, soprattutto bambini: gli ortodossi non si scambiano i regali a Natale e non esiste la credenza di Babbo Natale. San Nicola, che è il santo patrono della Russia, rappresenta lo spirito gentile, buono e generoso del Natale.
I cristiani ortodossi il giorno di Natale devono assistere a una lunga messa, la veglia notturna, per testimoniare la gioia della nascita di Cristo Salvatore. Nella tradizione cattolica, i credenti possono scegliere una delle tre messe di Natale: di notte, al mattino e al pomeriggio. Inoltre, nella tradizione ortodossa il Natale è preceduto da 40 giorni di rigoroso digiuno. Nel mondo cattolico, l’evento analogo più vicino è l’Avvento, che però non prevede restrizioni alimentari.
Il natale ortodosso nel mondo
I paesi che celebrano il Natale a gennaio includono Russia, Ucraina, Israele, Egitto, Serbia, Bielorussia, Montenegro, Kazakistan, Macedonia, Etiopia, Eritrea, Georgia e Moldova. Più del 39% dei cristiani ortodossi del mondo vive in Russia. Alcuni paesi ortodossi, tra cui Grecia, Cipro e Romania, hanno adottato un calendario giuliano rivisto nel 1923 e ora celebrano il Natale il 25 dicembre.
Le culture slave sono molto conservatrici e mantengono inalterate alcune tradizioni pagane. Alcune di queste tradizioni coinvolgono gli antenati direttamente nelle case per celebrare con loro un fruttuoso ciclo agricolo. Nelle tradizioni ucraine, ad esempio persiste l’usanza di fabbricare una bambola di paglia per accogliere gli spiriti degli avi, mentre nelle tradizioni russe il fieno è infilato sotto i loro piatti e tovaglie per farli dormire.
Sempre in Ucraina c’è l’usanza di visitare le case cantando canzoni natalizie e augurandosi la benedizione a vicenda. Altre attività natalizie includono spettacoli di marionette della Natività, concerti festivi e fiere natalizie.
Anche in Grecia i canti natalizi sono piuttosto diffusi nelle vie delle città. La vigilia di Natale, i bambini, spesso escono intonando “kalanda” (canti natalizi) per le strade. Suonano tamburi e triangoli, a volte trasportando anche modellini di barche decorate con noci rifinite con tinte dorate. Questi ragazzi vengono poi ricompensati con denaro e anche cose da mangiare come noci, dolci e fichi secchi.
In Romania, le celebrazioni natalizie durano dal 20 dicembre al 7 gennaio. Il 20 dicembre è tradizione che il capofamiglia uccida uno dei maiali tradizionalmente allevati dalla famiglia. La carne viene poi utilizzata nelle ricette natalizie, protagonista di un piatto chiamato ‘Pomana Porcului’ (Carità di maiale) che viene tradizionalmente cucinato in un calderone e consiste in una varietà di pezzi di maiale (pancetta, spalla, fegato, rognoni, ecc.), una salsa all’aglio con contorno di polenta.
Anche in altri Paesi dei Balcani le tradizioni contadine continuano ad influenzare il giorno di Natale. In Serbia, la mattina della vigilia di Natale, il padre di famiglia si reca nella foresta a tagliare una giovane quercia chiamata “Badnjak” (albero della vigilia di Natale), anche se oggi molti preferiscono acquistarla nei negozi. Il Badnjak viene quindi bruciato come un ceppo di Natale. A volte ci sono grandi falò fuori dalle chiese dove vengono bruciati rami di quercia e Badnjak.
Esistono tanti altri modi di festeggiare il Natale nel mondo, plasmati da secoli di trazione e folklore, ma tutti accomunati dal desiderio di festeggiare con i propri affetti più cari.
I piatti tipici del Natale ortodosso
I cristiani ortodossi nell’Europa centrale e orientale e in altre parti del mondo celebrano il Natale il 7 gennaio. Molti di loro digiunano prima del 7 gennaio, di solito escludendo carne e latticini. I piatti tipici del Natale ortodosso possono includere:
- Pane quaresimale.
- Frutta a guscio e frutta secca fresca.
- Verdure ed erbe aromatiche come patate, piselli e aglio.
- Zuppa di funghi.
- Fagioli rossi cotti a fuoco lento con patate, aglio e condimento.
- Bobal’ki (piccoli biscotti combinati con crauti o semi di papavero con miele).
- Kutia, un budino tradizionalmente a base di grano e frutta, con l’aggiunta di semi di papavero e miele.
- Vzvar, una bevanda russa tradizionale, servita all’inizio del pranzo di Natale russo. Il Vzvar russo è composto dai seguenti ingredienti: prugne secche, mele essiccate, zucchero e acqua
- Merluzzo al forno.
Il giorno di Natale, d’altra parte, è un giorno per festeggiare e godersi la compagnia di amici e familiari. Il pasto di Natale di solito include carne e diversi tipi di dolci. Un piatto tradizionale natalizio russo è l’oca al forno con le mele.
Il tipo di cibo e attività possono variare a seconda della cultura e delle tradizioni del paese. Il panno bianco è usato sulle tavole da pranzo in molte zone per simboleggiare la purezza e il drappo in cui è stato avvolto il bambino Gesù. La paglia può essere posta su questi tavoli per simboleggiare la semplicità del luogo in cui è nato. Le candele possono essere accese per rappresentare la luce di Cristo e il pranzo di Natale festivo rappresenta la fine del digiuno.
Nella Russia odierna, tuttavia, i pasti di Natale sono eclettici e vari, con alcune famiglie che seguono la tradizione e altre che scelgono piatti completamente diversi. Alcuni ortodossi non seguono il digiuno o frequentano la chiesa, ma celebrano comunque il Natale, vedendo la festa come una celebrazione dell’amore, dell’accettazione e della tolleranza.
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