L’evento storico della nascita di Gesù di Nazaret viene convenzionalmente fatta coincidere con la data del 25 dicembre in concomitanza con il Solstizio di Inverno. Questa data, infatti, racchiude una incredibile sovrapposizione di miti, credenze e riti tanto da renderla una tra le notti più suggestive dell’anno. Il 21 dicembre è una data magica per il calendario, in quanto si verifica la notte più lunga e il giorno più breve dell’anno.
Agli esordi della storia dell’uomo, le popolazioni vivevano di caccia, pastorizia ed agricoltura. L’inverno rappresentava una prova durissima di fame e gelo, il cibo scarseggiava e l’unico riparo era rappresentato dalle grotte o dalle capanne. Il 21 dicembre rappresentava l’inizio di questa agonia, pertanto le genti si riunivano per festeggiare con canti, falò e sacrifici propiziatori al fine di ingraziarsi il benvolere degli dei.
Il 25 dicembre rappresenta per molte civiltà, la data in cui, si festeggia la nascita della propria divinità: La Persia, 3.600 anni fa festeggiava Mitra, figlio del Sole e divinità Sole egli stesso. L’Egitto celebrava la nascita di Osiride e di suo figlio Oro. In Babilonia si ricordava il dio Tammuz, figlio della dea Istar. In Messico si onorava la nascita del dio Quetzalcoatl e lo Yucatan il dio Bacab. Anche il dio azteco Huitzilopoctli e il dio scandinavo Freyr vengono ricordati in 25 dicembre. La stessa data dà i natali a Bacco in Grecia e ad Adone in Siria.
Tutti voi lettori probabilmente vi starete chiedendo: “ Ma perché tutte queste nascite il 25 dicembre e non il 21?” La spiegazione è un po’ lunga ma conquisterà tutti i curiosi!
E’ l’antica Roma a portare un notevole contributo alla spiegazione.
Dovete sapere che in passato, tante conoscenze che noi oggi possediamo, non erano ancora state scoperte, pertanto si riteneva che il sole, nei giorni tra il 22 e il 24 dicembre, fermasse il suo moto e si collocasse in una fase di declino da cui riemergeva la notte del 24.
I romani per salutare il Solstizio di Inverno celebravano i Saturnali, in onore di Saturno protettore dell’agricoltura, con dei festeggiamenti che duravano dal 17 al 24 dicembre; in questi giorni si chiudevano le scuole e i tribunali, ci si scambiava visite e dono, ed era permesso il gioco d’azzardo. I festeggiamenti si concludevano il 24 dicembre con un grande banchetto, illuminato da candele e lumini e rallegrato da brindisi e auguri. Il 25 dicembre era dedicato al culto del dio Sole Invicto: il Sole dopo aver vinto la battaglia con le tenebre poteva risorgete e tornare a riscaldare la Terra.
A causa dell’espansione dell’ impero verso Oriente, il culto del dio Sole, per le molte analogie in comune, si mescolò al culto del dio persiano Mitra, divenendo un unico rito con incredibili somiglianze alla storia del Cristo: Mitra nasce in una grotta e, dal Padre Sole, gli viene affidato il compito di contrastare lo spirito maligno di Ahriman che vuole distruggere il mondo. Mitra porta a termine la sua missione e festeggia con i suoi adepti con un banchetto in cui compie un atto sacrificale, il dio può così riunirsi al Padre Sole salendo in cielo con un Carro di Luce. L’intervento di Mitra avrebbe permesso la separazione del bene e del male fino al Grande Anno, (l’Apocalisse) in cui sarebbe tornato per premiare i giusti con la bevanda dell’immortalità e per punire i peccatori con il fuoco.
Il nostro Natale ci restituisce poche notizie storiche dedicate ai primi 30 anni di Gesù; Il Vangelo di Luca parla di un censimento attuato da Erode nelle province romane, tra cui la Palestina appunto e del vetrificarsi di un importante evento astronomico nel cielo, la comparsa di una grande stella (probabilmente la congiunzione astrale tra Giove e Saturno). Molto spazio è invece dedicato agli insegnamenti di quest’uomo: il discorso della Montagna, le paragole, i principi di uguaglianza, di perdono, di tolleranza e di carità.
Proprio a causa della scarsità di informazioni sul Cristo e delle analogie con il culto di Mitra, nel 353 d.C., per la prima volta, le celebrazioni del dio Figlio del Sole vennero sostituite con quelle di Gesù.
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